Circa 200 artisti sono coinvolti nella nuova edizione di Arscode il gioco dell’arte.
Davvero uno sforzo notevole, in termini di relazioni e di produzione. Ma, come sempre, le grandi avventure sono il nostro pane quotidiano…
Così, con l’obiettivo di voler dare voce agli artisti stessi, abbiamo pensato di realizzare piccole interviste, per far conoscere più in profondità la loro poetica e le opere con cui giocheremo… Con frequenza almeno settimanale, cercheremo di essere puntuali per presentarvi un artista in un dialogo diretto. Ci piace pensare che, giocando con le loro opere, possiate appassionarvi sempre di più ed individuare i vostri artisti preferiti!
Proseguiamo le nostre interviste a cadenza settimanale con Sabatino Cersosimo!
Quali sono i materiali che ami utilizzare?
Sebbene non disdegni il legno, la carta e, più raramente, il PVC, dipingo prevalentemente a olio su acciaio ossidato. Avvio il processo di ossidazione attraverso acqua, sale e altri materiali naturali (non uso acidi).
La realizzazione di un mio quadro parte dalla saldatura delle lastre d’acciaio e prosegue con l’ossidazione della superficie in base alla forma della figura o figure che voglio realizzare. Dipingo a olio sulle zone da cui ho precedentemente rimosso, grattandola per mezzo di un bisturi, la ruggine che conservo in piccole fiale di vetro per comporre un simbolico archivio di “tracce” dei miei quadri. Dopo la verniciatura finale e l’applicazione di cera sulla superficie pulita del metallo, realizzo una struttura in alluminio che funge da supporto per l’esposizione dell’opera.
Come potrebbe la pratica artistica influenzare attivamente le questioni più urgenti, quali ad esempio il cambiamento climatico, le guerre, le migrazioni…?
L’artista, proporzionalmente alla sua notorietà, può certamente essere un punto di riferimento per chi lo segue e lo apprezza. La sua ricerca artistica può toccare temi di attualità, politici o sociali. Esponendosi, diventa veicolo di riflessione stimolata nella cerchia dei suoi apprezzatori. La critica e la visibilità della sua opera in tal senso possono essere molto utili a veicolare il suo pensiero e le sue prese di posizione.
Penso in questo momento all’inaugurazione della mostra di Nan Goldin a novembre 2024 alla Neue Nationalgalerie di Berlino, durante la quale l’artista ha espresso il suo sconcerto di fronte alla negazione della libertà di manifestare in Germania per la Palestina nel conflitto in Medio Oriente (“What have you learnt, Germany?”), quando lei ricorda Berlino come la città della libertà di espressione per eccellenza.
Penso alle lettere collettive di protesta firmate da gruppi di artisti, in favore di una causa o contro un’altra. Penso a Carla Accardi, astrattista storica, che negli anni ’70 ha militato nei gruppi femministi. L’elenco sarebbe lunghissimo, ma credo sia fondamentale ricordare che gli artisti hanno spesso partecipato alle lotte di liberazione sessuale, quelle contro lo sfruttamento sociale, il cambiamento climatico, in generale possono avere una grande voce, soprattutto quando diventa collettiva e non solo di un singolo.
Se avessi l’opportunità di passare un paio d’ore con un grande personaggio del passato, chi sceglieresti e perché?
Ovviamente non mi è facile scegliere, perché sono troppi i personaggi che vorrei incontrare. Tuttavia sceglierei probabilmente Arnold Böcklin, gli chiederei di passeggiare nel suo giardino a Fiesole e di raccontarmi tutto il possibile circa il suo capolavoro, “L’isola dei morti”: cosa lo ha spinto a realizzarlo, cosa significa intimamente per lui, perché ne ha dipinte 5 versioni, e soprattutto gli chiederei di svelarmi il mistero, quale collage di luoghi reali ha usato per creare quel luogo immaginario e incantato. E poi gli chiederei di poterlo ritrarre.
Siamo curiosi di conoscere il concept della tua opera, con cui tutti potranno giocare… Ti va di raccontarci qualcosa?
Il titolo dell’opera è, in tedesco, “Oder Stille” (in italiano “O il Silenzio”). L’uso del tedesco è un omaggio alla nazione in cui risiedo, la sua sonorità mi piace particolarmente.
L’opera è ispirata alla figura mitologica di Cassandra e l’angoscia della persuasione, l’eterno dilemma tra il parlare e il tacere e le sue conseguenze, tra ciò che mostriamo di noi e ciò che celiamo. Lo specchio, che riflette il suo opposto, è la simbolica icona della dualità della scelta che ci accompagna quotidianamente. È un tema che tratto volentieri, che sento molto attuale soprattutto con l’avvento dei social media che fungono da “vetrina”, attraverso la quale facciamo ben attenzione a rivelare solo un lato della nostra vita e della nostra personalità.
Nelle mie opere su acciaio ossidato la figura è frammentata, incompleta, come se, richiamando gli antichi affreschi, il tempo ne avesse “mangiato” delle parti, parti che tuttavia nei miei quadri non sono mai state presenti. Il tempo è chiaramente fattore importante nella mia ricerca, sia a livello simbolico sia materiale, in relazione alla corrosione e alla messa in dubbio dell’eternità dell’opera d’arte.
Le Carte con le opere di SABATINO CERSOSIMO sono inserite in queste scatole