Circa 200 artisti sono coinvolti nella nuova edizione di Arscode il gioco dell’arte.
Davvero uno sforzo notevole, in termini di relazioni e di produzione. Ma, come sempre, le grandi avventure sono il nostro pane quotidiano…
Così, con l’obiettivo di voler dare voce agli artisti stessi, abbiamo pensato di realizzare piccole interviste, per far conoscere più in profondità la loro poetica e le opere con cui giocheremo… Con frequenza almeno settimanale, cercheremo di essere puntuali per presentarvi un artista in un dialogo diretto. Ci piace pensare che, giocando con le loro opere, possiate appassionarvi sempre di più ed individuare i vostri artisti preferiti!
Proseguiamo le nostre interviste con Antonella Cinelli!
Ci racconti come si sviluppa una tua giornata tipica?
Non sono mattiniera e quando posso mi sveglio tardi, in ogni caso per me è letteralmente “impossibile” dipingere al mattino, non so perché ma non lo so fare… forse non ho la giusta concentrazione che invece maturo solo ad un certo punto della giornata. Comunque proprio per questo motivo, sposto tutte le attività lavorative “non creative” alla prima parte della giornata, come telefonate, rispondere alle mail e appuntamenti. Appena termino queste incombenze mi concedo una lunga camminata verso lo studio. Per scelta non ho la macchina, mi sposto a piedi e, dove non riesco, con i mezzi pubblici, preferendo fare spese e acquisti nelle attività commerciali di prossimità. Comminare mi aiuta a pensare e organizzare le idee e mi proietta verso l’aspetto più creativo della pittura. A questo punto sono pronta: mangio un boccone e inizia la parte magica della giornata, quella sacra della pittura. Metto in sottofondo un vecchio film d’autore, preparo colori e pennelli, mi siedo difronte al cavalletto e dipingo! E così vado avanti fino a sera senza sosta. Mi alzo quando è ora di cena, lavo i pennelli e camminando torno a casa. Se non ci fosse il piacere di condividere la sera con mia figlia e mio marito andrei tranquillamente avanti a dipingere tutta la notte.
Nell’attuale società, qual è e, soprattutto, quale dovrebbe essere il ruolo di un artista?
L’artista dovrebbe porre domande senza dare soluzioni. Dovrebbe offrire uno sguardo critico o comunque nuovi punti di vista su ciò che lo circonda. Che tratti temi legati al quotidiano o affronti grandi temi sociali, che crei scenari onirici o parli di cruda realtà, l’artista può contribuire al dibattito pubblico offrendo una visione utile a decifrare gli eventi e la storia.
Se potessi viaggiare nel tempo, dove andresti e perché?
Vorrei andare nel futuro per cercare di comprendere il presente. Si vive inconsapevolmente in un susseguirsi di eventi e circostanze concitate, alla costante ricerca di soluzioni che risolvano le incombenze dell’oggi, ma spesso sfugge il senso… sia per quanto riguarda la propria storia personale sia per ciò che concerne le sorti del mondo. Solo la distanza che offre il tempo delinea i contorni di un disegno che a volte è sorprendente.
Ecco, vorrei godere della visione di questo disegno. E poi vorrei andare nel futuro per poter vedere la donna anziana che diventerà mia figlia, privilegio che non avrò mai e che nessun essere umano avrà mai nei confronti dei propri figli.
Siamo curiosi di conoscere il concept della tua opera, con cui tutti potranno giocare… Ti va di raccontarci qualcosa?
Il senso della mia opera è la negazione…
Utilizzo la pittura figurativa della tradizione, concepita per rappresentare il soggetto, negando qualsiasi riferimento alla persona ritratta. L’abito che in pittura ha sempre collocato il soggetto nel contesto storico è solo suggerito, è un’ipotesi, un’idea di abito, così come l’ambiente del tutto privo di riferimenti prospettici.
Dentro il confezionamento di un’opera gradevole da guardare, si nasconde la necessità di raccontare la negazione del femminile nella nostra società. Negazione che passa dal controllo del corpo, dell’abito e dell’ambiente domestico in cui la donna è stata collocata tradizionalmente.
Le Carte con le opere di ANTONELLA CINELLI sono inserite in queste scatole