Arscode 2.0. Intervista all’artista Ettore Pinelli

Circa 200 artisti sono coinvolti nella nuova edizione di Arscode il gioco dell’arte.
Davvero uno sforzo notevole, in termini di relazioni e di produzione. Ma, come sempre, le grandi avventure sono il nostro pane quotidiano…

Così, con l’obiettivo di voler dare voce agli artisti stessi, abbiamo pensato di realizzare piccole interviste, per far conoscere più in profondità la loro poetica e le opere con cui giocheremo… Con frequenza almeno settimanale, cercheremo di essere puntuali per presentarvi un artista in un dialogo diretto. Ci piace pensare che, giocando con le loro opere, possiate appassionarvi sempre di più ed individuare i vostri artisti preferiti!

Proseguiamo le nostre interviste con Ettore Pinelli!

 

Quali sono i materiali che ami utilizzare?
Nel mio lavoro amo utilizzare materiali tradizionali. Dipingo generalmente con colori ad olio e senza medium o ausiliari (ad eccezione dell’olio di lino), sia durante che dopo aver terminato il dipinto. Trementina, liquin e vernici varie, sono letteralmente banditi dal mio lavoro.
Utilizzo un’unica tipologia di supporto, ovvero la tela di cotone extra-fine preparata sul lato grezzo. La fase di preparazione del supporto, a differenza di quella esecutiva del dipinto, avviene con un’altra tipologia di colori, gli acrilici, che mi consentono di accelerare l’essiccazione delle stesure di olio e di opacizzarne il risultato.
Per quanto riguarda il disegno, utilizzo unicamente bacchette di fusaggine, un particolare tipo di carboncino che si realizza attraverso la combustione di piccoli rametti provenienti da diversi tipi di arbusto, ed una serie di spugne di varie tipologie e formati, che utilizzo per stendere e far penetrare il pigmento all’interno delle fibre della carta.

Nell’attuale società, qual è e, soprattutto, quale dovrebbe essere il ruolo di un artista?
Il ruolo di un artista credo che sia sempre il medesimo, quello del comunicatore, plasmato dal contesto della società che nel corso dei secoli esso viva o abbia vissuto.
In ogni secolo ci sono stati artisti che, attraverso le proprie opere, sono riusciti efficacemente a raccontare le gioie e i dolori della propria epoca, e non necessariamente con una completa coscienza delle proprie narrazioni.

Qual è il tema contemporaneo più scottante?
Forse il cambiamento climatico per le catastrofiche conseguenze che stiamo vivendo.

Come potrebbe la pratica artistica influenzare attivamente le questioni più urgenti, quali ad esempio il cambiamento climatico, le guerre, le migrazioni…?
L’esperienza personale o la riflessione sui fatti e le cose, transita sempre attraverso il mezzo, l’opera, che diventa un catalizzatore, con la potenziale capacità di risvegliare la coscienza collettiva. L’opera è un mezzo capace di generare punti interrogativi sullo stato delle cose.

Può un artista essere un attivista?
Certamente, a renderlo un potenziale attivista è sentire la responsabilità sul messaggio o sugli interrogativi che trasmette al pubblico attraverso la propria opera.

Se avessi l’opportunità di passare un paio d’ore con un grande personaggio del passato, chi sceglieresti e perché?
Mi piacerebbe molto trascorrere qualche ora nello studio di Francis Bacon ed osservarlo nella fase iniziale di realizzazione di una sua opera. Mi incuriosisce profondamente come egli potesse gestire un preciso momento, la scelta dei soggetti da rappresentare che andava a scontrarsi con l’incidente, nel primo approccio fisico con la tela, rendendo l’immagine estremamente vitale e drammatica allo stesso tempo. Un esempio di perfetta congiunzione tra razionalità ed istintività che aveva esiti incredibili.

Siamo curiosi di conoscere il concept della tua opera, con cui tutti potranno giocare… Ti va di raccontarci qualcosa?
Le opere intitolate “Hands of Parliament” appartengono ad un ciclo di lavori iniziato nel 2019 sul fenomeno delle risse nei parlamenti di tutto il mondo. 
Le iconografie, provenienti da fonti mediatiche di pubblico dominio, rappresentano sempre un numeroso gruppo di persone, compresso all’interno di uno spazio chiuso, ovvero il Parlamento, sede istituzionale per eccellenza, simbolo di democrazia e organo rappresentativo del popolo. Le situazioni rappresentate, paradossali ed emblematiche, sono testimonianza delle controversie del nostro tempo, di violente prese di posizione, dell’imprevedibile istintività dell’animo umano che prende il sopravvento sulla ragione.

Qual è la prima cosa che ti viene in mente se ti dico “giochi da tavolo”?
Sfida e cooperazione, un po’ come tra artisti nel mondo dell’arte.

Le Carte con le opere di ETTORE PINELLI sono inserite in queste scatole

Arscode 2.0. Intervista all’artista Ettore Pinelli
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